Quando veniamo alla luce e – per la prima volta nella nostra vita – emettiamo il nostro primo respiro che ci condizionerà per sempre, non lo facciamo nel migliore dei modi. Attorno a noi, nelle comuni sale da parto, ci sono persone perlopiù inconsapevoli che non solo non assecondano la gradualità, la spontaneità, la naturalezza del nostro respirare ma che addirittura, violentemente, ce la impediscono per i primi istanti, rendendo i nostri respiri successivamente forzati, intensi, poco sostenibili. E’ tutto TROPPO per un bimbo appena nato. Anche l’ossigeno. Da qui l’importanza di favorirlo in una certa gradualità che – se non si intervenisse bruscamente posizionandolo a testa in giù e recidendo presto il cordone ombelicale – è insita nella stessa Natura del nascere e del respirare. Ma ci fidiamo poco della Natura. Preferiamo l’impazienza, l’irruenza della “ragione” e ci sorprendiamo di avere così tanti disagi.
Immaginiamo un bimbo che nasca tra braccia accoglienti. Niente freddo, niente voci alte, niente gesti bruschi. Niente fretta. Niente taglio del cordone. Attorno calore, pazienza, amorevolezza. Contatto con gli odori e la pelle della mamma. Senso di protezione. Ecco, un bimbo così accettato e rispettato, spontaneamente, con i suoi tempi, ha un respiro pieno, ampio, circolare. Un respiro che, in un certo senso, lo rassicura, lo mantiene in contatto con le sue emozioni, lo fa sentire vivo e vibrante di energia. Porterà per tutta la sua vita, dentro di Sé, nella sua memoria biologica, quest’energia e le sensazioni di sicurezza dell’esperienza della nascita. Ma quanti piccoli sperimentano, alla nascita, sicurezza e protezione? Davvero pochi, non oltre il 4% su un campione di riferimento mondiale. Per questo motivo è importante acquisire consapevolezza della delicatezza e importanza di quest’evento ancora ignorato nelle sue potenzialità condizionanti.
Intanto, chi è già nato(..) chi è adulto, che cosa può fare?
Può fare molto, in realtà. Può “rieducare” la propria respirazione e con questa il proprio modo di rapportarsi all’esistenza, agli altri, agli eventi, all’Universo
Il respiro è un ponte tra la mente conscia e l’inconscio, sentiero privilegiato di accesso al Sè superiore
Mariateresa Ruocco Conte Sagara
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